Frantoio ipogeo

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A Natale 2009 ,abbiamo presentato alla XIII edizione della mostra d’arte presepiale a Bitetto (Bari) presso la chiesa de ” La Benedetta “, un presepio molto particolare : la Natività nel calore di un frantoio ipogeo. Dopo aver studiato in maniera approfondita i frantoi ipogei pugliesi, attraverso testi, foto e testimonianze, ci siamo cimentati nella costruzione del sito in maniera dettagliata, e cioè abbiamo riprodotto in tutti i dettagli un frantoio ipogeo pugliese dei primi ‘ 900 e quindi realizzato una scena di vita quotidiana.

Abbiamo riprodotto tutto artigianalmente e fedelmente; citiamo brevemente quello che era il lavoro e la vita in un frantoio : appena raccolte , le olive venivano portate al frantoio, depositate in vasche fatte di pietra, poi venivano trasferite nella macina in cui venivano macerate tramite il peso di due ruote di pietra , spinte da un asino o da una persona …Il prodotto, cioè una pasta rosso porpora veniva trasferita sui fiscoli, cioè cerchi di diametro di circa 80 cm fatti di canapa dura e portati alle presse ( attrezzi in legno fatti da una solida base in legno e un vite sempre in legno).
Attraverso una forte pressione , dalla pasta veniva fuori quello che conoscono in tutto il mondo come olio.

La vita nei frantoi era molto dura,si lavorava anche fino a 12 ore al giorno, ed ecco perchè nei frantoi c’era un grande camino, che serviva non solo per riscaldare le gelide giornate invernali , ma anche per cucinare le famose fave e cicorie (piatto tipico e famoso di Bari). A quell’epoca essendoci povertà, i contadini e gli operai dei frantoi potevano permettersi ben poco, fave e cicorie era un piatto povero che però sfamava, riscaldava e sopratutto dava energia…

Da testimonianze di persone anziane, abbiamo capito che nei frantoi dell’epoca c’era veramente vita sociale.

Il presepio completamente artigianale è stato arrichito dalle sculture 12 cm del maestro Alessandro Martinisi.

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